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Cronaca

"Andiamo a Barcellona", non è un invito ma il tormentone dell'estate

L'autore della canzone si chiama Federico Sapia, ha 23 anni e una sola grande passione: la musica che lo accompagna da quando ne aveva cinque. Questo è il singolo con il quale spera di far passare a tutti un'estate divertente

Il suo singolo gira da più di un mese su Youtube.it con all'attivo oltre 4400 visualizzazioni. Un motivetto orecchiabile che rallegrerà sicuramente l'estate a molti. Giovanissimo, ha toccato la passione per la musica con mano sin dalla più tenera età. A NovaraToday racconta come è nato il suo amore per le sette note, e come è nata l'idea del tormentone estivo. 

"L'idea - racconta Federico - è nata al rientro da una vacanza con amici, durante la quale ogni giorno un ragazzo era la sveglia urlante, con un unico ritornello: "Andiamo a Barcellona!" Questo il buongiorno quotidiano durante uno dei miei soggiorni a Nizza. E' da questo soggiorno che è nata l'idea della canzone".

Ti aspettavi così tanto successo di visualizzazioni su You tube? Il tuo singolo si può definire il tormentone dell'estate novarese e non solo...
"È una canzone che gioca bene con l'orecchiabilità, per il resto credo che molti possano ritrovarsi nel testo fresco e allo stesso tempo vero! Ero sicuro che dopo il primo ascolto sarebbe entrata nel cervello di molti".

Cosa ti ha spinto ad intraprendere la carriera musicale?
"Il bisogno di fermare i momenti, la voglia di esorcizzare pensieri nascosti o altre volte il bisogno intrinseco di rivolgermi ad una persona. Il mio scrivere musica e testi è un Must!".

La musica è il tuo solo impegno quotidiano? Nella vita di tutti i giorni svolgi un' altra professione?
"Per ora si, data la situazione lavorativa nel nostro paese, oggi è la musica il mio solo impegno. Nel quotidiano leggo, scrivo e compongo musiche per alcune pubblicità".

Quali sono i cantanti o musicisti, italiani o stranieri, ai quali ti ispiri?
"Passo dal piacere dell'ascolto del cantautorato italiano alle band inglesi.  Mi piace Lucio Dalla per la libertà d'espressione, Fabrizio Moro per la rabbia esternata nel giusto modo, Cremonini per la mezza pazzia innamorata, fino ad arrivare a Gaber. Per il sound di alcuni lavori prendo spunto da ciò che c'è fuori dall'Italia . Adoro i suoni inglesi ed alcuni americani, i loro ingegneri del suono sono invidiabili".

Hai studiato per diventare cantante? Quanto è importante avere nozioni di tecnica vocale?
"Ho preso poche lezioni, canto da quando ho 9 anni e da quando ho 5 anni suono il pianoforte. Una vocal coach mi ha detto che arrivo bene senza dover avere una tecnica perfetta, meglio lasciare spazio all'interpretazione perché la tecnica al top rischia di togliere del sentimento a ciò che stai cantando".

E' così difficile, come sembra, emergere? Si deve essere solo bravi musicalmente?
"È difficile perché ora è tutto in mano ai grandi pilastri dell'industria musicale. È difficile per la presenza dei talent che vogliono essere l'unico percorso per vendere artisti. In realtà ci vuole fortuna, perseverare è uno dei segreti che il mio maestro di pianoforte mi insegnó fin da bambino. Certo bisogna essere curiosi senza smettere di migliorarsi offrendo così un prodotto valido e diverso; ecco: la diversità aiuta se si mischia all'autenticità".

Hai mai pensato di partecipare ad un talent-show?
"Assolutamente no, anche se so che potrebbe essere un buon trampolino ma credo che in quel contesto è tanto facile salire quanto scendere, intendo proprio in termini di tempo. Sono un cantautore, credo che il talent sia più per soli cantanti. Questi programmi, però, stanno rovinando il panorama musicale italiano".

A quale fascia di pubblico vuoi o pensi che la tua musica arrivi? Che messaggio vuoi che arrivi ai ragazzi attraverso le tue canzoni?
"Le mie canzoni sono indirizzate a tutti, o almeno così spero. Dei singoli che sono usciti credo che almeno due possano benissimo arrivare a mio nonno come al mio cuginetto. Poichè racconto in musica cose vissute nella mia vita mi aspetto un ascolto da parte di tutti quelli che prima o dopo hanno vissuto o andranno a vivere ciò di cui parlo".

Che progetti hai in cantiere? Un cd, un altro singolo?
"Per ora sto ancora valutando ancora il da farsi. In autunno prenderò in mano le canzoni che avevo selezionato e se avrò la possibilità uscirà un altro mio singolo. Il disco arriverà sicuramente e sarà un album raccolta di tutti i miei singoli usciti. E di sicuro sarà accompagnato da qualche brano inedito e da tracce di solo pianoforte".

Che messaggio e che consiglio ti senti di dare alle nuove leve che vogliono sfondare nella musica? "Banale dirlo ma 'credere' è il consiglio che oltre a me stesso, sento di dare alle persone che sperano in un futuro in musica. Fare musica in Italia non premia, però premia il fatto di riuscire a farla. Sentirsi felici e realizzati dopo un progetto, riascoltando una canzone, è il campanello d'allarme che vuol dire solo ed esclusivamente: non mollare mai".

Nella realtà novarese quanto è difficile riuscire a fare musica?
"A Novara ci sono molti artisti che ho avuto anche modo di conoscere personalmente e posso dire che mi rende felice conoscerli e sapere che ci credono proprio come me. C'è da dire che la realtà provinciale non mi attira, appena uno ha la possibilità dovrebbe uscire subito da Novara e puntare a conquistare tutta l'Italia e perché no l'estero. A Novara non ci sono produttori discografici, c'è chi si finge tale ma non lo è! Non ci sono studi di registrazione professionali, forse perché in 30 minuti sei a Milano dove puoi avere tutto quello che cerchi. A Novara ci sono mille eventi, mille voci e tanti artisti ma mancano le orecchie" giuste!.

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