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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

M5S, Crippa: "Più trivelle per tutti!"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

E’ tempo di lasciare in pace la terra.

L’avevamo già detto, anzi invocato... ma in realtà le norme contenute nello Sblocca Italia confermano solo la volontà politica del Governo Renzi di trasformare l'intera penisola italiana in una grande gruviera. Osservando la mappa diffusa dagli uffici del Ministero per lo Sviluppo Economico, infatti, si vede chiaramente che il provvedimento dichiarato necessario per sbloccare le attività estrattive di idrocarburi in Sicilia e Basilicata interessa in realtà tutto il Paese. Le regioni più interessate oltre a Sicilia e Basilicata saranno Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Lazio, Calabria.

E' importante informare i cittadini ed i comitati locali che con lo Sblocca Italia diventa possibile dare una concessione unica (e quindi strategica) della durata di 30 anni (10 in più rispetto alla normativa precedente) semplificando sì le procedure, ma allungando i tempi per il quale è possibile esercitare l'attività estrattiva sul territorio perfino con proroghe che potrebbero arrivare fino a 50 anni.

E non finisce qui. Verrà infatti accentrato il potere autorizzativo per la valutazione di impatto ambientale dei progetti dalle Regioni al Ministero dell'Ambiente: le Regioni dovranno inviare al Ministero tutte le istruttorie dei titoli vigenti e dei procedimenti in corso.

Tanto per essere chiari e rinfrescare la memoria con alcuni esempi (e neanche troppo lontani nel tempo), noi del M5S segnalammo già un anno fa la crescita esponenziale dell’attenzione delle compagnie petrolifere grandi e piccole nei confronti dei territori delle province di Novara, Vercelli e Biella e già ai tempi approfittammo dell’occasione per stendere una mappa con la geolocalizzazione dei permessi di ricerca idrocarburi in tutta Italia, sia in terraferma che in mare.

Era del 31 luglio infatti la notizia che il Ministero dello Sviluppo Economico ha decretato le concessioni per sei anni dei permessi di ricerca idrocarburi "Cascina Alberto" e "Cascina Graziosa" (province di Novara, Milano, Pavia e Varese per un totale di 592,50 kmq). Giusto per dare due dati in particolare sul permesso "Cascina Alberto", tale progetto toccherebbe le province di Novara, Vercelli, Varese e Biella (per sconfinare oltre Ticino nella Provincia di Varese) per un totale di 462,14 kmq. L’area interessata ricadrebbe almeno parzialmente all’interno di alcune aree protette come il Parco Naturale Valle del Ticino, Località Pian del Rosa, Baraggia di Rovasenda, Bosco Solivo e i Lagoni di Mercurago. Aggiungiamo il fatto che i piccoli pozzi necessari a portare a termine il progetto in questione potrebbero agevolare il contatto tra le falde superficiali maggiormente contaminate da sostanze inquinanti e le falde di alimentazione della rete idrica a servizio dei territori.

È chiaro che questo è un colpo di mano durissimo contro le amministrazioni territoriali e locali per favorire le attività delle compagnie petrolifere e compromettere lo sviluppo dell'economie locali del settore agricolo e turistico, fortemente legate alla valorizzazione e alla tutela della bellezza del territorio e del paesaggio.

Ma il futuro, quello vero, è altro.

Invece che "trivellare" l'Italia, perché non adottare immediatamente i target vincolanti al 2030 sulla riduzione dell'emissioni, sul risparmio energetico e la produzione delle energie rinnovabili per rilanciare la creazione di posti di lavoro e occupazione??

Non è cristallina l’esigenza di un nuovo modello di sviluppo industriale ed ecologico, come stanno facendo Germania, Danimarca e gli altri Paesi europei, che dalle politiche filo-fossili del governo Renzi conseguiranno esclusivamente un ulteriore vantaggio tecnologico ed economico??

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