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Riordino delle Province, il Governo ha deciso: Novara e Vco insieme

Il decreto legge è stato approvato oggi, mercoledì 31 ottobre, dal Consiglio dei Ministri. Secondo quanto previsto, la nuova Provincia entrerà in vigore dal 1° gennaio 2014. Gli Enti provinciali piemontesi passano così da 8 a 5

Sono state rese note le decisioni del Consiglio dei Ministri in merito al riordino delle Province italiane.

Secondo quanto stabilito dal Governo, la cartina delle Province piemontesi torna indietro di un ventennio con soli cinque Enti provinciali, al posto degli attuali otto. Accantonata la proposta di una grande Provincia di Quadrante, Novara si unirà a Verbania, che sparirà per tornare con il proprio territorio sotto il "dominio" novarese. Vercelli andrà con Biella, e Asti, che non è stata salvata come richiesto dalla Regione Piemonte, sarà accorpata ad Alessandria.

I nuovi Enti provinciali piemontesi, saranno: Torino città metropolitana, Cuneo, Novara-Vco, Vercelli-Biella, Alessandria-Asti.

Così, dal 1° gennaio prossimo le giunte delle province italiane saranno soppresse e il presidente della Provincia potrà delegare l’esercizio di funzioni a non più di tre consiglieri provinciali.

"La riforma - si legge nel comunicato stampa diffuso dal Consiglio dei Ministri - si ispira ai modelli di governo europei. In tutti i principali Paesi Ue, infatti, ci sono tre livelli di governo. Il provvedimento consente inoltre una razionalizzazione delle competenze, in particolare nelle materie precipuamente provinciali, come la gestione delle strade o delle scuole. Con il decreto approvato le province sono state ampiamente ridotte".

Gli Enti provinciali italiani, infatti, passano da 86 a 51, comprese le città metropolitane. La riforma delle Province sarà attiva a partire dal 2014, mentre a novembre 2013 si terranno le elezioni per decidere i nuovi vertici delle amministrazioni provinciali.

Dal 1° gennaio 2014 diventeranno inoltre operative le città metropolitane, che sostituiscono le Province nei maggiori poli urbani italiani.

"Per assicurare l’effettività del riordino posto in essere, senza necessità di ulteriori interventi legislativi - si legge ancora nella nota stampa - il Governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati ed adempimenti preparatori, garantiti dall’eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta. Resta fermo il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali. Resta altresì ferma l’abolizione degli Assessorati. Infine gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo".

"Il riordino delle Province - fanno sapere dal Consiglio dei Ministri - è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile etc etc) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Al termine di questo processo sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà l’intera riforma".

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