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L’appello dei figli del ricercatore imprigionato in Iran: “Papà, ci manchi da 2000 giorni”

I due figli di Ahmadreza Djalali hanno scritto una lettera al padre

Una lettera per il padre, imprigionato da 2.000 giorni in un carcere iraniano.

I figli di Ahmadreza Djalali ora hanno 18 e 9 anni e chiedono di poter riabbracciare loro padre dopo più di cinque anni che non lo vedono.

Il testo della lettera è stato pubblicato sulla pagina Facebook di Amnesty International Italia: "Caro papà - hanno scritto- sono passati ormai 2000 giorni dal tuo ingiusto arresto e ognuno di questi 2000 giorni abbiamo desiderato il tuo ritorno. Ogni compleanno, Natale e Capodanno, ci auguriamo che tu possa trascorrere il prossimo con noi. Il più giovane di noi aveva solo quattro anni quando sei stato arrestato e ogni anno chiede a Babbo Natale di riportarti come suo regalo di Natale. 2000 giorni di sofferenza e ingiustizia. Non è passato giorno in cui tu non sia stato nei nostri pensieri. Ci chiediamo perché un destino così ingiusto debba essere destinato a te, che non hai sbagliato e che per noi sei sempre stato un modello. Ma restiamo fiduciosi. Ammiriamo come hai sopportato un inferno simile per così tanto tempo. Non smetteremo di lottare per la tua liberazione, per farti sentire ancora una volta una sensazione di libertà. Continuiamo a chiedere alle persone di unirsi alla nostra lotta per il tuo rilascio, per fare giustizia. Non ci fermeremo finché non tornerai a casa, con noi, con la tua famiglia e i tuoi amici, e di nuovo nella comunità scientifica, dove potrai continuare ad aiutare gli altri attraverso il tuo lavoro e la tua ricerca".

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