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Nasce in Piemonte il Centro di studi e ricerca sul cibo sostenibile

Tra gli atenei coinvolti, anche l'Università del Piemonte Orientale. Obiettivo del centro: diventare punto di riferimento internazionale sul tema

C'è anche l'Università del Piemonte Orientale tra gli atenei coinvolti nel nuovo Centro di studi e ricerca sul cibo sostenibile, che è stato presentato ieri, lunedì 22 gennaio, a Torino. Oltre all'Upo, partecipano all'iniziativa anche l'Università e il Politecnico di Torino e l'Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo.

Il Centro di studi e ricerca sul cibo sostenibile avrà sede a Pollenzo e sarà presieduto da Carlo Petrini, che durante la presentazione del progetto ha voluto lanciare un appello per un nuovo sistema educativo alimentare.

La nuova organizzazione rappresenterà un polo di ricerche e di studi sul cibo come bene complessivo, connesso all'ecologia, all'agricoltura e al consumo sostenibili, all'educazione sensoriale, agli stili di vita consapevoli, al benessere del vivente, all'economia circolare, alle politiche alimentari, all'innovazione non solo tecnologica ma anche concettuale e di modello, con l'obiettivo di attrarre finanziamenti per linee di ricerca applicata e processi di sviluppo di prototipi, e di diventare un punto di riferimento internazionale sul tema.

Il Centro di studi e ricerca sul cibo sostenibile sarà un luogo di incontro e di coordinamento, dove nasceranno e da dove partiranno i progetti collaborativi, implementati e realizzati nei laboratori specialistici delle quattro università piemontesi. Il nuovo centro si occuperà anche di formazione e terza missione, con una funzione di supporto alle iniziative culturali e turistiche di promozione del territorio e di promozione di una coscienza  individuale e collettiva sul tema del futuro della vita umana sul pianeta. Si svilupperà, grazie alla rete di ricercatori, studiosi, studenti, istituzioni e stakeholder che ne saranno parte attiva, lungo due assi tematici principali: quello della salute e del benessere e quello della società e della comunità. Obiettivi saranno quindi non soltanto attivare ricerca e formazione, ma anche promuovere e sostenere incubatori creativi e start-up per studenti o alunni delle università che intendono sperimentare nuove vie imprenditoriali per il futuro della buona alimentazione del pianeta, così da incentivare la nascita di imprese che abbiano al centro un nuovo modello di produzione, distribuzione e consumo del cibo.

Tra le azioni previste dal centro, poi, c'è anche quella di sensibilizzazione delle istituzioni pubbliche affinché l'educazione alimentare e, più in generale, l'educazione a stili di vita consapevoli e sostenibili, entrino in maniera organica nei curricula della scuola primaria e secondaria.

"L'Università del Piemonte Orientale - ha commentato il rettore Gian Carlo Avanzi - dedica da anni un'attenzione multidisciplinare al tema del cibo e dell'alimentazione. La collaborazione con gli altri atenei piemontesi nell'ambito del Centro di studi e ricerca sul cibo sostenibile è, in questo senso, lo sbocco naturale di un impegno che coinvolge ricercatrici e ricercatori di tutti i nostri Dipartimenti. Siamo convinti che solo un approccio che tenga conto delle implicazioni storico-culturali, economico-sociali e chimico-fisiche del cibo possa creare valore aggiunto per la ricerca e per la condivisione della conoscenza in questo campo così importante per il sistema Italia, verso una declinazione del concetto di sostenibilità meno astratto e più aderente alle necessità delle future generazioni".

Gli obiettivi del nuovo centro saranno:

  • promuovere stagionalità e località;
  • ridurre la plastica all'interno della filiera alimentare;
  • ridurre gli sprechi;
  • promuovere un utilizzo rigenerativo dei suoli;
  • rafforzare la biodiversità;
  • ridurre gli anelli della filiera di produzione e trasporti delle merci;
  • aumentare l’apporto proteico da fonti alternative alla carne;
  • tracciare e qualificare sempre meglio il cibo;
  • promuovere l'educazione alimentare nelle scuole favorendo il dialogo tra scienza e saperi tradizionali;
  • promuovere la salute attraverso il cambiamento degli stili di vita;
  • supportare e promuovere la costruzione di "politiche del cibo" alle diverse scale e in particolare quella regionale e locale.

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