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Coldiretti: fermata al Brennero uva indiana diretta a Biandrate

Impedito l'ingresso in Italia di prodotti agricoli provenienti dall'estero e destinati ad aziende italiane

Fermati al Brennero diversi tir che trasportavano prodotti non "made in Italy" destinati al mercato italiano.
Un presidio di Coldiretti, che ha visto anche la partecipazione del presidente di Coldiretti Novara-Vco Fabio Tofi e il direttore Luciano Salvadori, è riuscito a fermare con il supporto delle forze dell’ordine diversi tir carichi di prodotti alimentari provenienti dall’estero. 

In particolare, un carico era destinato anche alla provincia di Novara, si tratta di uva indiana spedita ad un’azienda di Biandrate, cosce di maiale danesi dirette a Modena che rischiano di diventare prosciutti italiani, frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia, preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e attesi a Verona. Ed anche un tir carico di grano senza tracciabilità e questi sono sole alcuni esempi del "fake in Italy" scoperti durante la mobilitazione per dire stop all’invasione di cibo straniero spesso venduto come nazionale, con l’avvio di una grande raccolta di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare che porti a estendere l’indicazione dell’origine in etichetta su tutti i prodotti in commercio nell’Unione Europea.

"Sono preoccupanti gli arrivi di uva nella nostra provincia così come le cosce di maiale dal Nord Europa già pronte che vanno a intaccare la filiera suinicola piemontese - evidenziano Tofi e Salvadori - Senza parlare di tutti gli altri prodotti che sono stati trovati aprendo i tir destinati in diverse parti d’Italia. Ci dicevano che al Brennero non avremmo trovato camion in ingresso che trasportavano prodotti agroalimentari come li avevamo trovati negli anni passati, ma purtroppo i fatti hanno dimostrato esattamente il contrario. Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini. Questo non è più accettabile: vogliamo una giusta trasparenza rispetto a quelle che sono le informazioni che devono essere date ai cittadini: per questo serve l'obbligo di origine a livello europeo. Poi siano i cittadini a scegliere con consapevolezza cosa acquistare".

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