Ricercatore novarese imprigionato in Iran, Ahmadreza Djalali in sciopero della fame e della sete
L'avvocato di Ahmadreza Djalali è stato rigettato dalle autorità iraniane. Ora il medico, per protesta, minaccia di non mangiare e bere
Le autorità iraniane avrebbero rigettato l'avvocato di Ahmadreza Djalali, il medico iraniano che ha lavorato anche a Novara e che è detenuto a Teheran da oltre dieci mesi con l'accusa di spionaggio.
A renderlo noto è il gruppo Facebook "Research scientist threarened to death in Iran", che ha anche lanciato la campagna social #SaveAhmad. Sembra infatti che le autorità iraniane vogliano affidarlo ad un avvocato d'ufficio, non prendendo in considerazione il legale del dottor Djalali, che conosce tutti i dettagli del caso.
Per questo sembra che il ricercatore abbia iniziato uno sciopero della fame, a cui ne aggiungerà uno della sete a partire da venerdì. "Siamo molto preoccupati - si legge sul gruppo Facebook - perché il temuto sciopero della sete non gli darebbe la possibilità di sopravvivere a lungo. Rinnoviamo l'appello a tutte le autorità, affinché ogni iniziativa diplomatica possa proseguire con vigore e convinzione".