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Cronaca

Il Polo Nord in bicicletta? Un'impresa lunga 1700 chilometri

Raggiungere il Polo Nord in bicicletta era da sempre il sogno di Dario Valsesia, borgomenerese con la passione delle bici che è anche fonte del suo lavoro da sempre. 1700 chilometri di Mountain Bike dal Canada al Polo Nord

Raggiungere il Polo Nord in bicicletta, impresa impossibile? No, un'impresa lunga 1700 chilometri.

E' questa l'impresa portata a termine da due amici con un determinatore comune: la passione per la mountan bike. Protagonisti di questa avventura il borgomanerese Dario Valsesia, che con le bici ci lavora da una vita, e l'amico e compagno di avventure, Toni Fezza, che nella vita è uno stimato veterinario. Dario Valsesia racconta ai nostri lettori alcuni dettagli e curiosità.

Come è nata l'idea del viaggio?
Le sfide estreme in bicicletta sono da sempre state la nostra passione. Raggiungere Tuktoyaktukil, l'ultimo centro abitato del Polo Nord era una sfida e un desiderio che avevamo da tempo e, con tanta preparazione e determinazione, lo scorso aprile siamo riusciti nella nostra impresa.

Quanto è durato il viaggio e in che modo, con che attrezzature lo avete affontato?
Il viaggio è durato quindici giorni. Siamo partiti portando con noi 12 chili di bici preparata nei minimi dettagli, la borsa sotto il telaio e la viscacha, la borsa sotto-sella. Un carrellino, posizionato dietro la bici, portava poi la tenda da campeggio, sacco a pelo, un ricambio, giacca in goretex, piumino e fornelletto. Le tempeature erano davvero molto rigide: si toccavano punte di meno 40° sotto lo zero.

E per mangiare come vi siete organizzati?
Ci siamo portati dietro i particolari pasti da astronauta, quelli liofilizzati che si preparato con poche mosse e sono pratici. Un ottimo modo per avere del cibo nei momenti di necessità.

Come vi siete preparati fisicamente all'impresa?
Sicuramente abbiamo affrontato un percorso di preparazione atletica: sono anche appassionato di corsa.  Nello specifico, per prepararmi al meglio e per rendermi conto a cosa andavo in contro, ho partecipato ad una singolare gara di corsa in Finlandia: 150 chilometri di corsa, trainandosi dietro un bob: sono arrivato secondo. Un ottimo risultato che mi ha caricato ancor di più per l'impresa che sapevo di dover affontare.

Le difficoltà maggiori? Il momento più difficile?
In avventure come queste momenti difficili ce ne sono tantissimi e si mettono in conto in partenza. Il mio momento più difficile è stato a Engineer Creek quando ho avuto un principio di congelamento alle dita, abbiamo trovato una temperatura atmosferica di -50 gradi. La bici lì è stata completamente bloccata dal ghiaccio: ho dovuto usare il gas per scaldare il mozzo e farla ripartire.

Il ricordo più piacevole del viaggio?
Il momento che ricordo con più piacere è stato a Tsiigehtchic dove siamo stati ospitati da una famiglia Inuit. Finalmente una notte al caldo contorniati dal calore delle persone del posto. La mattina dopo, dopo esser stati coccolati da un'abbondante colazione a base di uova e pancetta, toast e burro di arachidi, siamo ripartiti più carichi che mai.

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