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Economia

Coronavirus, Confartigianato: "Il Piemonte non vieti il take away, così si favorisce la grande distribuzione"

La risposta all'annuncio del presidente Cirio di non permettere l'asporto

Confartigianato contro la decisione della Regione Piemonte di vietare il take away nonostante le aperture del Governo.

"Fra una settimana potrebbero nuovamente servire i loro clienti anche se esclusivamente con la formula d’asporto. Per le attività artigiane della ristorazione del Piemonte, come gelaterie, pasticcerie, pizzerie, rosticcerie o altri servizi di ristorazione, anche se non sarebbe un ritorno alla piena normalità, rappresenterebbe un significativo ri-inizi, dopo il buio di 2 mesi di lockout. Ma, purtroppo, tutto ciò potrebbe non accadere per le imprese del Piemonte, in quanto il Presidente Cirio ha annunciato che intende fermare la soluzione del take away, fino a data da destinarsi".

Le imprese artigiane del Piemonte che operano in questi settori, secondo recenti analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte, su dati UnionCamere, sono ben 89.163  di cui  19.397 del settore dolciario.  "Apprendiamo dai media con sgomento e preoccupazione l’ipotesi di uno slittamento del take away - commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte - La categoria è amareggiata ed esasperata dalla situazione che si sta verificando per il protrarsi del lockdown. Siamo sconcertati come un’amministrazione possa legittimare in questo modo il proliferare della concorrenza sleale della grande distribuzione. Se i Governatori di altre regioni hanno autorizzato tale formula, anticipando, di fatto, il Presidente del Consiglio perché non farlo anche qui da noi?”.

“Da giorni riceviamo telefonate di artigiani della ristorazione che chiedono di far pressioni sulla Regione – continua Felici - per consentire anche nel Piemonte almeno con la formula del ritiro in negozio, la vendita di tutte le loro produzioni”. Tutti i mestieri artigiani della ristorazione, a causa delle disposizioni imposte dai Decreti, da inizio marzo non hanno potuto effettuare la somministrazione dei loro prodotti e neanche vendere direttamente attraverso la modalità di semplice asporto dei prodotti. Inoltre, alcune attività artigiane, come per esempio le gelaterie e le pasticcerie sono state pesantemente danneggiate dalle disposizioni ancora in vigore. Queste, infatti consentono la commercializzazione dei gelati nei supermercati, attraverso i banchi frigo, e la negano alle piccole gelaterie artigiane. C’è però da sottolineare come queste ultime, allo stato attuale, avrebbero solo la possibilità di fare consegne a domicilio, attività che, per l’impegno richiesto e oneri burocratici ed economici da affrontare, risultano pesantissime da affrontare per esercizi di piccole dimensioni, a gestione familiare e senza dipendenti, che sono la maggior parte in questo settore".

“Per tutelare queste imprese e scongiurare il colpo di grazia definitivo – conclude Felici – chiediamo al Governatore del Piemonte di fare un’inversione di pensiero per un comparto che è stato già devastato dagli obblighi di chiusura totale”.

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