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Viaggio nella centrale nucleare di Trino

Cosa c'è davvero all'interno della centrale nucleare vercellese? Chi ci lavora? Ci sono rischi per la salute?

La visita

Entrando nella struttura si ha l'impressione di trovarsi all'interno di un grande complesso industriale degli anni Sessanta con uffici, impianti e magazzini, in cui il tempo si sia improvvisamente fermato. La visita è divista un due parti: la prima, nella cosiddetta "zona non controllata" comprende i cortili esterni, in cui fanno bella mostra di sè alcuni enormi contenitori "cask", simili a quelli utilizzati per il trasporto del combustibile nucleare in Francia.

La parte più interessante riguarda però la "zona controllata": per accedervi è necessario indossare camice, casco, guanti e sovrascarpe. L'irraggiamento, specifica Sogin, è del tutto minimo, anche se per motivi di sicurezza sia i visitatori sia i lavoratori indossano tutto l'armamentario. Il combustibile nucleare non c'è più all'interno del reattore, che quindi è visitabile: le turbine che producevano energia elettrica sono state smontate, ma sono ancora visibili le piscine e le vasche. Poi si passa alla visita del centro di controllo dell'impianto, con un'enorme plancia in stile anni Sessanta che permetterva agli operatori di controllare che tutti i sistemi fossero in ordine. All'interno della struttura si possono visitare anche i magazzini. Qui sono impilati grossi fusti che contengono materiale contaminato: in sostanza si tratta di una parte dei componenti che sono entrati in contatto, seppur lieve, con materiale irraggiato e che quindi sono stoccati in bidoni, poi cementati, e che resteranno a Trino fino a che non verrà costruito un deposito nazionale. Al termine della visita, dopo essere passati sotto ben due scanner per verificare la presenza di radiazioni, vediamo come viene testata la radioattività del materiale rimosso dalla centrale.

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