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Da Novara in Islanda in mountain bike: la sfida di Roberto Landolina

Lo studente novarese ha presentato alla stampa locale l'avventura che lo vedrà coinvolto dal prossimo 7 luglio: un'escursione in bicicletta nelle terre d'Islanda. Un viaggio che gli farà scoprire nuovi mondi e lo metterà alla prova con se stesso

Si chiama Roberto Landolina ha 26 anni e uno spirito di avventura non indifferente: è pronto a salire in sella alla sua mountain bike e a percorrere in solitaria 1500km alla scoperta dell'Islanda. 

Roberto è uno studente del corso di Economia presso l'Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" di Novara: non è un principiante in avventure di questo genere. Lo scorso anno si è lanciato nella sfida dell'esplorazione della vicina Corsica. Nella conferenza stampa di presentazione del suo viaggio ha raccontato qualche curiosità inerente al percorso, alla preparazione del viaggio, all'equipaggiamento che avrà con sè e alla lunga preparazione che lo ha visto faticare in questi mesi.

"La prima parte del viaggio la farò, come potete intuire, in aereo. Porterò con me la mia mountain bike gelosamente custodita in uno scatolone, che deve sempre seguirmi per facilitarmi gli spostamenti sui mezzi. Le prime tappe - racconta Roberto - saranno di assestamento, poi mi sposterò nella capitale Reyjavick dove farò scorta delle ultime cose. Da qui partirà la fase della vera e propria avventura con l'attraversamento degli altipiani nel cuore dell'Islanda".

Che paesaggio naturale ti aspetta e che percorso affronterai?
"Il paesaggio che mi troverò davanti spiega - Landolina - è un paesaggio prevalentemente di sabbia. Una lunga pista di sabbia di 200 km, una lunga strada che attraversa l'altopiano di Kjolur, denominato F35. La strada attraversa la parte interna che costeggia due ghiacciai, dove non vi sono nè case nè linee telefoniche e dove spesso sono frequenti le bufere di sabbia. Qui - continua Roberto nel racconto dell'itinerario di viaggio - finisce una prima parte della mia avventura. A Brjanslaekur mi imbarcherò su una nave che mi traghetterà fino a Stykkishòlmur dove inforcherò la mia bicicletta per l'ultima parte del viaggio che mi vede costeggiare la penisola di Snaefellsnes. Ma non finisce qui: l'ultima parte di questo mio percorso mi vede affrontare un percorso di 70 km a piedi di puro trekking fino a Skogar. Quest'ultima pare farà in modo che io possa vedere da vicino i magnifici fiordi norvegesi".

Quali pensi possano essere eventuali imprevisti?
"Beh, sicuramente incontrerò qualche animale lungo il mio percorso. So che nelle zone che affronterò mi dovrò rapportare con Pulcinelle di mare, Foche e volpi artiche".

Nel raccontare l'avventura che lo attende, Landolina, illustra anche quelle che sono state le fasi preparatorie e i costi di questa esperienza che si appresta ad affrontare: "la cosa che è costata decisamente di più è stata l'attrezzatura, un'attrezzatura da trekking particolare: sacco a pelo, tenda, zaino. Il viaggio per raggiungere la zona che mi appresto ad esplorare - spiega - è stato relativamente basso. Ho trovato il volo e l'ho prenotato mesi fa". 

Nessuno si è fatto avanti a sponsorizzare la tua impresa?
"No, al momento no. E' dura cercare sponsor di questi tempi e alla fine ho deciso di procedere, come già preventivato, all'autofinanziamento. Ho lavorato molto nei mesi scorsi: da bagnino a istruttore di nuoto. E tempo addietro come dipendente di una rubinetteria. Tutte esperienze che hanno fatto si potessi mettere da parte dei fondi per portare a termine le mie avventure estreme senza pesare sui miei genitori".

L'avventura verrà registrata e monitorata attraverso il canale social dell'università, tramite la pagina facebook del Cus - il centro universitario dell'Upo che ha permesso a Roberto di dare vita a questa sua avventura. "In tre anni di vita del centro sportivo universitario  - commenta Giovanni Chiò - è la prima volta che ci troviamo a supportare un'avventura di questo genere. E una bella opportunità per Roberto ma anche per noi".

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