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GTeach De Agostini e la "fuga" all'estero: il commento di Davide Crippa

L'onorevole di Cinque Stelle dice la sua in merito alla notizia di una posssibile fuga dal bel paese della ditta novarese

"De Agostini se ne va", "De Agostini lascia a casa altri dipendenti", "De Agostini chiude". Quante volte, soprattutto noi cittadini novaresi abbiamo letto almeno una di queste frasi? 

Ebbene, questa volta il Gruppo De Agostini pare stia pensando ad una nuova "fuga", ma in grande Pare infatti che voglia fuggire dal Bel Paese! Una grande fuga in grande stile, ma che non toccherebbe nemmeno di striscio gli interessi della premiata ditta Boroli-Drago per quanto riguarda il gioco d'azzardo in Italia."

Queste le considerazioni dell'onorevole a cinque stelle Davide Crippa che è intervenuto nei giorni scorsi sulla vicenda.

"Secondo diverse fonti stampa, - spiega Crippa - il Gruppo De Agostini sarebbe intenzionato a sfruttare l'iniziativa  portata avanti dal Governo del Regno Unito meglio nota come “Corporate Tax Road Map”, cioè un  percorso di incentivazione alle imprese che permetterà a GTECH S.p.A. (società del gruppo nata  dalle ceneri della "vecchia" Lottomatica Group S.p.A.) di usufruire di contenute ritenute sugli  investimenti (20% su persone fisiche non residenti) e agevolazioni in ricerca e sviluppo, pagando al fisco inglese solo il 20% di tasse, una percentuale molto più bassa rispetto alla media del G20 Il dilemma che sorge leggendo di questa notizia, a nostro modo di vedere, è uno e uno soltanto.

Come possono - continua Crippa - la normativa e lo Stato italiano permettere che il concessionario unico di tutti i  giochi riguardanti le estrazioni del Lotto (che la stessa GTECH descrive come "la più grande  lotteria a livello mondiale in termini di volume di giocate") scelga di "estradare", evitando di fatto di pagare le tasse nel principale mercato in cui opera? Proprio su questo abbiamo depositato negli scorsi giorni un'interrogazione rivolta ai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell'Economia e delle Finanze

Non basta poi mandare giù l'amara pillola che riguarda il coinvolgimento del nostro Paese nella causa di uno dei mali del XXI° secolo, il gioco d'azzardo, che ogni anno costa tra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro in costi sociali e sanitari.

Ora veniamo - dichiara Crippa - anche a scoprire che, oltre ai danni causati (diretti o indiretti che siano), ci saranno anche minori entrate per le casse dello Stato. Oltre al danno, quindi, la beffa. Ma diciamocela tutta, De Agostini in questi anni ci ha abituati a tutto e di più. Tutti i cittadini novaresi sanno infatti di come De Agostini, non riuscendo dagli anni 90' a stare al  passo dell'inevitabile avanzata di internet (nonostante l'iniziale "colpo di reni" grazie al progetto enciclopedia multiemdiale "Omnia", abbia poco a poco ridimensionato la propria presenza nella 

Senza andare troppo indietro, si può vedere come dai primi anni 2000 siamo stati testimoni di prepensionamenti, licenziamenti, richieste di cassa integrazione e vendita di parti del comparto tipografico (basti solo pensare alle conseguenze recenti originate dalla vendita del comparto delle "Officine Grafiche DeaPrinting") concentrandosi su business più "redditizzi" e meno bisognosi di una vera politica industriale di ricerca e sviluppo (prima con gli importanti investimenti nel campo immobiliare e poi appunto nel gioco d'azzardo).

Quella che fino a 15 anni fa era un punto di riferimento industriale ed economico per tutta la provincia di Novara, ora è solo un'illusione. Un punto nella memoria nelle vecchie generazioni che hanno visto la grande "Dea", e che le più giovani probabilmente non potranno mai conoscere".

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