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M5S, Crippa sulla crisi di Sun Edison (ex Memc)

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

L'azienda Memc Electronic Materials, che da maggio 2013 ha preso il nome di "Sun Edison", è un produttore di wafer di silicio per l'industria dei semiconduttori, nonché wafer solari e Silvantis (R) Solar moduli fotovoltaici; ha sede in Belmont, California, ma con diversi uffici in tutto il mondo.

In Italia ha due stabilimenti produttivi: il primo a Merano, con 400 addetti, dove avvengono le operazioni di crescita di silicio policristallo e monocristallo (per uso fotovoltaico ed elettronico); il secondo a Novara, dove avvengono le operazioni di trasformazione della barra di silicio in wafers e dove c’è anche la sede e la direzione europea della multinazionale.

I 650 dipendenti della Sun Edison, avevano già scioperato verso la fine di gennaio 2014 in seguito alla preannunciata decisione aziendale di tagliare il costo del lavoro del 15 per cento, condizione obbligata per garantire l’occupazione negli stabilimenti a Novara e Merano.

I responsabili sindacali del settore chimico (Giorgio Veggiotti, Cgil; Silvano Birolo, Cisl; Roberto Vittorio, Uil) all’Associazione Industriali avevano dichiarato in un articolo riportato sulla Stampa del 28/1/2014: "L’azienda ci ha detto che vuole ridurre del 15% il costo del lavoro, e questo si rifletterà direttamente sulle buste paga. Ogni lavoratore avrà una riduzione media annua di 4.500 euro, una soluzione inaccettabile. Se non viene accolto questo progetto la società azzererà gli accordi sindacali dal 1996 ad oggi, il che significa tutto quanto è stato concordato su quattordicesima, premio di produzione, miglioramenti sull’orario, festività; tutto sarà annullato. Ovvio che non possiamo accettare un’imposizione di questo genere".

Tuttavia, in caso di mancato accordo, l’azienda avrebbe disdetto le intese aziendali raggiunte finora e attualmente 458 lavoratori sono in cassa integrazione straordinaria. A che punto siamo oggi? L’azienda quantifica i risparmi e non è soddisfatta del risultato e i dipendenti promettono altri scioperi...

Ormai la contrattazione a ribasso è diventata un ricatto occupazionale. Della serie "o accetti o alzi i tacchi e me ne vado all’estero a produrre". Vorremmo capire se oggi l’unica iniziativa aziendale per il mantenimento di una realtà produttiva sia quella di abbassare il costo del personale oppure ci si dovrebbe concentrare in innovazione e ricerca come motore trainante per essere sempre appetibili sul mercato.

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