Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NovaraToday

Qualche mese fa, in tema di accorpamenti delle Province, sostenevo, numeri alla mano, l’ipotesi di un quadrante che, abbracciando il Nord Est del Piemonte, da solo potesse rappresentare in termini di uomini, aziende e produttività una realtà competitiva e un Ente di Area Vasta in grado di rapportarsi con le Regioni e con lo Stato.

Il mio pensiero, nonostante gli esiti fin qui noti della vicenda Province, non è mutato ed è per questo che, prendendo in esame i programmi elettorali dei partiti in lizza per le imminenti consultazioni elettorali, ritrovo nel progetto di Macroregione, avanzato da Pdl e Lega Nord, un progetto in grado di giovare concretamente allo sviluppo del nostro territorio.

I dati Istat riferiti al conto economico del 2011 sono eloquenti: messe insieme, le Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia generano più del 40% del Pil nazionale e assommano il 39% della spesa italiana per i consumi da parte delle famiglie. Ciò significa che, se s’intende rilanciare finalmente la crescita del Paese, occorre preservare e rafforzare l’efficienza di questa vera e propria locomotiva italiana che è la macroregione del Nord composta dalle Regioni suddette. Se la motrice riprenderà a correre, anche i vagoni ricominceranno a muoversi (è triste e preoccupante registrare che il Mezzogiorno presenta un Pil per abitante inferiore del 32% rispetto a quello nazionale).

In quest’ottica rientrano sia "L’Impegno per la Macroregione Alpina", che dovrà andare a coinvolgere Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia in una florida Macroregione del Nord, che regga il confronto con le aree produttive europee più avanzate e possa così trainare la ripresa socioeconomica dell’Italia; sia il "Manifesto per una Revisione Costituzionale" che il Segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni (insieme a un gruppo di studiosi, docenti universitari e politici), ha recentemente divulgato.

Manifesto pregevole, perché chiarisce un punto spesso trascurato: il benessere socioeconomico del territorio dipende strettamente da una riforma della Parte II della nostra Costituzione, poiché - cito -  "i problemi italiani derivano innanzitutto dal disordine sistemico di istituzioni che vanno razionalizzate e semplificate anche in coerenza con il livello delle risorse effettivamente disponibili", e se non si affrontano seriamente questi problemi "neanche azzerando il debito pubblico ricominceremo a crescere".

Diego Sozzani