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Maltempo: perchè temporali tanto violenti sul novarese? La spiegazione di 3B Meteo

Tra lunedì e martedì sul Nord Italia, e su gran parte della provincia di Novara, si è abbattuto un violento nubifragio che ha causato diversi danni

Si stanno ancora contando i danni del violento nubifragio che ha colpito gran parte del novarese tra la giornata di ieri, lunedì 24 luglio, e la notte appena trascorsa. Il forte vento, la pioggia incessante e le grandinate hanno causato non pochi problemi, tra cui allagamenti, alberi sradicati, tetti in parte scoperchiati, muretti abbattuti e finestre rotte, in diversi comuni della provincia di Novara.

Ma perchè si sono registrati temporali tanto violenti, non solo sul novarese, ma in tutto il Nord Italia? La spiegazione arriva dal meteorologo di 3B Meteo Edoardo Ferrara.

"Il nord Italia si è trovato in una particolare configurazione barica, che si è reiterata negli ultimi giorni - ha spiegato Edoardo Ferrara -. Nello specifico Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia erano posizionate nel bordo dell'anticiclone africano che ha infiammato il centro sud Italia, trovandosi così terra di scontro tra la massa d'aria molto calda e umida nord africana con quella più fresca e instabile atlantica che scorreva oltralpe, ma che di tanto in tanto 'pizzicava' anche la Pianura Padana. I forti contrasti tra due masse d'aria dalle caratteristiche così diverse hanno dunque creato le basi per lo sviluppo di imponenti temporali che hanno superato anche i 12-13 km di altezza (da qui la mancanza notevole di luce anche durante il giorno in prossimità dell'arrivo degli stessi), ulteriormente alimentati da due fattori: la presenza di aria calda e umida al suolo, carburante indispensabile per i temporali, ma anche dal transito in quota della cosiddetta corrente a getto, una forte corrente spira a circa 10-12.000 metri di quota e la cui ondulazione alimenta e regola le alte e le basse pressioni. Quando in quota transita questa corrente, vengono agevolati i moti ascensionali per una sorta di 'effetto risucchio', esasperando quindi l'instabilità atmosferica".

"Non solo - ha aggiunto Ferrara - quando le correnti ascensionali sono molto intense, all'interno della nube temporalesca possono svilupparsi chicchi di grandine che vengono mantenuti sospesi fino a raggiungere dimensioni notevoli, oltre le quali cadono necessariamente a terra sotto la forza di gravità. Una volta che queste imponenti nubi temporalesche iniziano a scaricare al suolo pioggia e grandine, si genera al contrario una corrente fredda discendente che accelera per oltre 8-10km (ovvero lo spessore della nube), arrivando così al suolo sottoforma di raffiche di vento di particolare violenza, il cosiddetto downburst, diverso dalla tromba d'aria o tornado, che può soffiare anche oltre i 100km/h generando numerosi danni". 

"Aggiungiamo infine che questa configurazione barica si è mantenuta bloccata per una settimana - ha concluso Ferrara - senza che riuscisse ad entrare un fronte freddo in grado di sbloccare la situazione e spazzare via il caldo umido carburante dei temporali. Ecco spiegato perché tanta violenza di questi temporali e il fatto che si siano reiterati per diversi giorni". 


 

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