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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Pronto soccorso, in Piemonte attivati protocolli e procedure contro le aggressioni a medici e pazienti

Lo ha annunciato l'assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi

Al via in Piemonte procedure e protocolli contro le aggressioni a medici e pazienti nei pronto soccorso. Lo ha annunciato l'assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, rispondendo ad un'interrogazione consiliare sulle aggressioni nei pronto soccorso.

"Il monitoraggio effettuato a livello regionale evidenzia che tutte le Aziende sanitarie regionali - ha spiegato Icardi - hanno recepito la raccomandazione ministeriale sulla violenza nei confronti del personale medico e dei pazienti nei pronto soccorso e nei Dea, implementando procedure e protocolli aziendali che forniscono indicazioni di carattere generale e specifiche per la gestione di situazioni complesse e per particolari contesti a rischio (Servizi psichiatrici, Centri di salute mentale, Comunità protette, Dea)".

"Sono attivi - precisa Icardi - sistemi di segnalazione degli eventi alle strutture di prevenzione e protezione ed ai gruppi aziendali risk management e sono altresì stati costituiti, in molte Aziende sanitarie regionali, gruppi multidisciplinari coordinati dal servizio di prevenzione e protezione che valutano gli eventi denunciati dal personale e definiscono le azioni di miglioramento da intraprendere".

"In attuazione alla stessa raccomandazione ministeriale - sottolinea ancora l'assessore - le procedure aziendali prevedono, inoltre, lo schema di intervento di vigilanza esterna, vigilanza interna e guardiania e le relative modalità di attivazione. In talune Aziende sanitarie regionali sono stati attivati anche sportelli di ascolto finalizzati alla prevenzione del disagio psicologico e dello stress nei luoghi di lavoro. Ulteriore obiettivo regionale è quello di fornire alle Aziende sanitarie indirizzi per la programmazione e implementazione di misure omogenee (strutturali e organizzative) idonee a consentire la riduzione del rischio di comportamenti aggressivi e di atti di violenza contro gli operatori sanitari, anche attraverso il miglioramento delle misure organizzative, nonchè delle conoscenze e competenze, da parte degli operatori, utili a valutare, prevenire e gestire tali eventi (ad esempio, attraverso un'attività formativa specifica in ambito di competenze relazionali e comunicative nelle situazioni di conflitto nel rapporto operatori/medici/assistiti)".

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