Trapianto sospetto: "in ospedale clima di pesante omertà"

"Ho potuto constatare un clima di pesante omertà tra il personale ausiliario presente in sala operatoria il 5 febbraio 2014, giorno dell'intervento". Queste le parole di Mario Murano, avvocato della famiglia Fusaro. Antonio Fusaro, 40 anni, era venuto a Novara dalla Calabria per un intervento a una valvola cardiaca: a seguito di complicazioni l'equipe cardiochirurgica aveva trasportato il paziente a Torino, dove è stato eseguito un trapianto, che non l'ha salvato.

Da allora la famiglia ha cercato di scoprire cosa fosse successo e se vi fossero delle irregolarità nelle procedure. "E' ragionevole ipotizzare - dice l'avvocato Murano - che qualcosa di anomalo deve essere accaduto in sala operatoria alla luce della complessiva durata dell'intervento cardiochirurgico, oltre nove ore, che non trova precedenti nella casistica clinica per quel tipo di operazioni al cuore. Nonostante l'anomalia della durata dell'intervento, il referto operatorio firmato dal dott. Micalizzi è assai scarso ed appare più un tema astratto che piuttosto, come avrebbe dovuto essere, una fedele certificazione degli eventi rilevanti accaduti in sala operatoria".

Il 16 marzo inizieranno le perizie degli esperti: nell'attesa Murano spiega che anche l'azienda ospedaliera di Novara "si è mostrata scarsamente collaborativa". 

"È stupefacente dover constatare il più assoluto silenzio dell'ospedale  in questa tragica vicenda, nonostante sia apparso chiaro che le cartelle cliniche, nella parte di competenza cardiochirurgica, siano totalmente inaffidabili. Infatti , il tema delle cartelle cliniche sarà oggetto di specifica iniziativa legale. La sede competente sarà l'occasione propizia perché il direttore sanitario debba spiegare quali controlli abbia effettuato sulla regolarità delle cartelle cliniche""