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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Picchiata a morte in casa, la polizia arresta tre persone

Confermata la tesi della rapina finita male. A finire in manette, due italiani e un rumeno. La vittima, Vanda Vazzoler, è stata massacrata per farsi dare la combinazione della cassaforte di casa che neppure conosceva

La polizia di Biella ha arrestato tre uomini, due italiani e un rumeno, per l'omicidio di Vanda Vazzoler, 63 anni, massacrata a calci e pugni per farsi dare la combinazione della cassaforte di casa che neppure conosceva.

Identificati grazie alle telecamere di sorveglianza della banca vicino alla casa della vittima, a Vigliano, avrebbero già fatto le prime ammissioni. Gli arresti la scorsa notte, a poco più di 48 ore dal delitto. La ricostruzione degli investigatori sembra confermare l'ipotesi della prima ora, quella cioè di una rapina finita male. I tre malviventi, che secondo quanto si apprende non avrebbero nessun legame con la famiglia della vittima, si sarebbero spacciati per tecnici di una qualche società di servizi. Una scusa per farsi aprire dalla donna - descritta da tutti come schiva e riservata - la porta di casa, all'ultimo piano del condominio di via Dante Alighieri 3, sulla quale la polizia scientifica non ha trovato segni di scasso.

Poi l'aggressione: calci e pungi contro una vittima inerme, fisico minuto, impossibilitata a reagire perché legata. Sarà l'autopsia, dopo i primi accertamenti medico legali eseguiti ieri, a stabilire se ad uccidere Vanda Vazzoler siano state le botte oppure lo choc per l'aggressione sfuggita di mano ai malviventi. Malviventi che sono poi fuggiti senza riuscire ad aprire la cassaforte né a portare via altri beni: l'orologio d'oro era ancora al polso della vittima e la pensione, soldi contanti, sono rimasti nel cassetto in cui venivano di solito conservati.

Le indagini, coordinate dai sostituti procuratori Francesco Alvino e Ernesto Napolillo, sono state portate avanti nel massimo riserbo. Dopo i primi interrogatori, e le testimonianze dei famigliari della vittima e dei vicini di casa, l'attenzione degli investigatori si sarebbe subito concentrate sui filmati delle telecamere di sorveglianza. A confessare per primo, ma gli inquirenti non confermano, sarebbe stato un quarto uomo, il 'palo' della banda: "Posso avere sulla coscienza un furto, ma non un omicidio", avrebbe detto nel corso dell'interrogatorio l'uomo, che è stato denunciato.
 

(Ansa)

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