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No Green pass vestiti da deportati, l'organizzatrice infermiera e sindacalista: "Solo chi non capisce il legame con il passato, non si preoccupa di essere tesserato"

Giusy Pace, presidente dell'associazione Istanza Diritti Umani che da mesi promuove le manifestazioni contro il Green pass, è stata sospesa dal sindacato Fsi-Usae

"A Novara noi siamo scesi in piazza per manifestare la nostra contrarietà al Green pass che è facile definire come la 'nuova tessera del pane'. Una forma surrettizia per imporre trattamenti sanitari, mi ripeto, senza il rispetto del consenso, che per sua natura deve essere libero e informato, che ci ha fatto ripiombare direttamente nel 1925 con le leggi fascistissime e l’abolizione della libertà". 

Così Giusy Pace, l'infermiera e sindacalista novarese organizzatrice della manifestazione No Green pass di sabato 30 ottobre, in cui i manifestanti hanno sfilato vestiti come deportati nei campi di concentramento, ha commentato l'iniziativa, che ha sollevato numerose polemiche e critiche, tra cui quelle delle comunità ebraica locale.

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Pace, presidente dell'associazione Istanza Diritti Umani Piemonte Liguria e Val d'Aosta che da mesi promuove le manifestazioni contro il Green pass in città, ha spiegato, in una nota stampa dell'associazione, che "da mesi a Novara manifestano persone normalissime, di tutti i ceti sociali, che conoscono molto bene cosa sia lo Shoah, così come conoscono molto bene la storia che ha preceduto l’emanazione della Carta Costituzionale e delle ragioni dei nostri padri che hanno voluto rendere inviolabili i diritti umani. I manifestanti pacifisti hanno concluso la manifestazione raccogliendosi in cerchio per intonare la sacra Om, anche questo un simbolo, per generare vibrazioni positive per sostenere il cammino della resistenza. È proprio il caso di dirlo, solo chi non capisce il legame con il passato, non si preoccupa di essere tesserato. Non iniziò con le camere a gas. Non iniziò con i forni crematori. Non iniziò con i campi di concentramento e di sterminio. Non iniziò con i 6 milioni di ebrei che persero la vita. E non iniziò nemmeno con gli altri 10 milioni di persone morte, tra polacchi, ucraini, bielorussi, russi, yugoslavi, rom, disabili, dissidenti politici, prigionieri di guerra, testimoni di Geova e omosessuali. Iniziò con i politici che dividevano le persone tra 'noi' e 'loro'. Iniziò con i discorsi di odio e di intolleranza, nelle piazze e attraverso i mezzi di comunicazione".

Dal sindacato Fsi-Usae, di cui Pace è una dirigente locale, è arrivata invece la comunicazione della sospensione da ogni carica dell'infermiera: "Il segretario generale della Fsi-Usae, Adamo Bonazzi, in data odierna - si legge nella nota stampa del sindacato - dopo aver appreso a mezzo stampa del fatto che la dirigente novarese del sindacato avesse sfilato in una sorta di pigiama e con il filo spinato ricordando e mistificando la tragedia del campo di concentramento di Auschwitz nella manifestazione 'No Green pass' di Novara, dopo aver approfondito e verificato che la medesima notizia stampa risultasse veritiera e che l’interessata fosse effettivamente la principale promotrice della manifestazione, ha proceduto a sospendere dalla qualità di associata Giuseppa Maria Pace (detta Giusy Pace) alla quale sono state anche revocate tutte le cariche del sindacato".

Il video del corteo di sabato

"Come Fsi-Usae diciamo subito che prendiamo le distanze da questi comportamenti che non possono essere in alcun modo giustificati indipendentemente dalle ragioni che vi stanno alla base - dichiara Adamo Bonazzi, segretario generale Fsi-Usae -. La federazione si è espressa con chiarezza sulla questione vaccinale ribadendo la propria linea a Governo e Parlamento con atti ufficiali; a nessuno dei dirigenti che la rappresenta Fsi-Usae può consentire, nè ora nè mai, di gettare nel cestino la linea politico-sindacale della federazione e agire a titolo personale nel  mentre si fregia degli incarichi  del sindacato".


 

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