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Novara, sit-in per Patrick Zaki voluto da Comune e Amnesty International 

Il giovane è in carcere in Egitto da oltre dieci mesi

Novara e Amnesty International unite in favore di Patrick Zaki. È stata fissata per domani, lunedì 4 gennaio alle 17 davanti al municipio il sit-in a favore di Patrick Zaki, il giovane in carcere a Tora, in Egitto. 

Come previsto dall’ordine del giorno approvato nel corso dell’ultimo consiglio comunale, insieme all’impegno di collaborare con il Comune di Bologna affinché venga data a Patrick la cittadinanza onoraria italiana, Comune di Novara, con Amnesty International, esporràuna riproduzione dell’opera di Francesca Grosso “Ritratto di parole dedicato a Zaki”, opera composta dalle parole della lettera scritta dai giovani di InOltre Alternativa Progressista. Una lettera tradotta in 16 lingue da InOltre (Alternativa Progressista) in collaborazione con Amnesty, inviata in 199 copie (una per ogni giorno di prigionia) al carcere di Tora, dove è rinchiusoPatrick Zaki, e firmata da esponenti del mondo accademico e culturale, da politici internazionali e da molte associazioni.

La lettera verrà letta dai rappresentanti di Amnesty durante il sit-in. Queste erano state le parole del giovane indirizzate alla madre: “Sono esausto fisicamente e mentalmente, non posso continuare qui ancora a lungo, e mi sento depresso ogni volta che succede un importante evento nell’anno scolastico mentre sono qui invece di stare con i miei amici a Bologna. Raramente esco dalla mia cella durante il tempo concesso, perché non riesco a capire perché sono qui e non voglio affrontare il fatto che esco per camminare avanti e indietro nel giro di pochi metri, solo per chiudere di nuovo in una cella di pochi metri”.

“Le parole che, sabato 19 dicembre, Patrick Zaki ha affidato alla madre sono molto allarmanti – ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia - Se, nelle precedenti occasioni aveva alternato rimpianto e nostalgia alla speranza, quest’ultima ora pare svanita. Patrick ha l'asma e forti dolori alla schiena, soffre fisicamente a causa di condizioni detentive crudeli e inumane e soffre mentalmente per l’assenza di prospettive riguardo alla sua vicenda giudiziaria, per l’impossibilità di prendere parte al secondo anno del Master bolognese e la per la quasi certezza di non poter passare le festività del Natale copto con la sua famiglia. Oggi, dopo 10 mesi e 22 giorni di detenzione arbitraria e illegale, è stato superato un crinale pericoloso che chiama tutti a fare il massimo per ottenere la scarcerazione di Patrick prima che sia troppo tardi. Pochi giorni fa, il ministro degli Esteri Di Maio ha dichiarato l’impegno a riportarlo alla sua famiglia al più presto. Abbiamo fiducia che a queste parole seguano i fatti. Quel grido d’aiuto uscito dalla prigione di Tora li reclama e li pretende”.

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