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Cronaca

Pochi treni, linee tagliate e tariffe alle stelle: la dura vita dei pendolari piemontesi

Anticipazione del rapporto di Legambiente "Pendolaria 2015". Critica la situazione del Piemonte, dove tra il 2010 e il 2015 i servizi sono stati tagliati dell'8,4%, a fronte di un aumento delle tariffe del 47,3%

Pochi treni, vecchi e lenti, su linee che vedono troppo spesso tagli e accumulano ritardi ma un continuo aumento (ingiustificato) delle tariffe. E' questa la situazione del trasporto ferroviario italiano, e piemontese, sempre più divisa in due: tra un'Alta Velocità con servizi più veloci e moderni e un servizio locale con diffusa situazione di degrado che spinge purtroppo i cittadini all’uso dell’auto privata, con aggravio dei costi, del traffico veicolare, dell’inquinamento.

Ad analizzare la situazione, e i conseguenti disagi vissuti quasi quotidianamente dai pendolari, ci ha pensato ancora una volta Legambiente, che ha lanciato la Campagna Pendolaria, presentando un'anticipazione, con analisi della situazione di maggiore disagio sulle linee ferroviarie italiane, del rapporto annuale che verrà presentato a gennaio.

Secondo l'associazione, "le ragioni della situazione che vivono i pendolari sono chiare. I treni sono troppo vecchi: in Italia attualmente sono circa 3.300 i treni in servizio nelle regioni con convogli di età media pari a 18,6 anni. I treni sono pochi: dal 2010 a oggi, complessivamente, si possono stimare tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale".

In Piemonte, in particolare, dal 2010 ad oggi si possono stimare tagli pari all’8,4% del servizio ferroviario, proprio quando nel momento di crisi è aumentata la domanda di mobilità alternativa più economica rispetto all’auto. Sono circa 33mila, infatti, i pendolari piemontesi rimasti appiedati dopo la soppressione di ben 14 linee ferroviarie dal 2010 ad oggi. Non solo: tra il 2010 e il 2015 il record di aumento del costo dei biglietti è stato in Piemonte con +47%, a fronte di un servizio che non ha avuto alcun miglioramento.

Secondo Legambiente, "manca totalmente una regia nazionale rispetto a un tema che non può essere delegato alle Regioni senza controlli. Rispetto al 2009  le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% con la conseguenza che le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, hanno effettuato in larga parte dei casi tagli al servizio e aumento delle tariffe".

Il rapporto rivela anche quali sono, per i pendolari, le 10 peggiori linee ferroviarie d'Italia. Tra queste c'è anche l'ormai ex Novara-Varallo (all'ottavo posto in classifica), che ha dovuto dire addio ai treni dal settembre 2014. "C’è quindi chi sta peggio di altri - commentano da Legambiente - perché oggi l’unica speranza dei pendolari dell’area è che con l’inserimento della linea nel capitolato di gara d’appalto nel lotto del quadrante nord-orientale del Piemonte si veda una riapertura ed un rilancio del servizio. Ma è solo una possibilità e in ogni caso se ne riparlerà dopo il 2017".

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