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Green pass, come funzionano i controlli dei documenti nei locali

Una circolare del Ministero chiarisce la questione delle verifiche dei documenti insieme al green pass

Per sedersi al tavolo in bar e ristoranti al chiuso, ma anche per entrare in palestra, in piscina, al cinema, a teatro e alle sagre, dal 6 agosto bisogna mostrare il green pass. Ma chi controlla che il nome sulla certificazione verde sia lo stesso sul pass e sui documenti?

Negli ultimi giorni si sono sollevate molte polemiche sulla questione: un barista o un ristoratore, il cassiere del cinema o l'impiegato della palestra, possono chiedere i documenti? Se sì, in quali casi? La risposta è arrivata con una circolare del Ministero dell'Interno. 

Green pass obbligatorio da venerdì 6 agosto: tutte le regole

Chi controlla documenti e green pass

La circolare specifica che i titolari o il personale degli esercizi in cui è obbligatorio il green pass sono tenuti a verificare che la certificazione verde sia valida, utilizzando l'app Verifica C19, ma non sono obbligati a controllare l'identità. Possono però farlo, come ha ribadito il Garante della privacy, a loro discrezione nei casi in cui sia palese un tentativo di frode.

In sostanza significa che se il gestore del locale ha il dubbio che il green pass sia falso o appartenga ad un'altra persona può chiedere i documenti per verificare l'identità, ma non è obbligato a farlo in tutti i casi. Ad esempio se l'età, o il sesso, non corrispondono palesemente ai dati riportati sul green pass il barista o il ristoratore può, pur non essendo un pubblico ufficiale, richiedere i documenti per verificare l'identità.

Green pass: quando, dove serve e chi lo deve controllare?

Le multe per il green pass

Nel caso in cui il gestore del locale verifichi green pass e documenti e i dati non corrispondano, sarà il solo cliente ad essere multato e non il titolare del locale, a meno che non siano riscontrabili "palesi responsabilità anche a carico dell’esercente".

Se invece è il titolare a non verificare che il green pass del cliente sia valido, allora anche lui, in caso di controllo da parte delle forze dell'ordine, sarà multato con una sanzione tra i 400 e i 1000 euro. Nel caso la violazione fosse reiterata, tre volte in tre giorni diversi, l'esercizio commerciale potrebbe essere chiuso da uno a dieci giorni. 

Come funziona il controllo del green pass

Per verificare i green pass gli esercenti hanno a disposizione l'app Verifica C19, sviluppata dal Ministero della Salute. L'app consente di leggere il QR code delle certificazioni verdi e mostra l'effettiva autenticità e validità del pass, nonché il nome, il cognome e la data di nascita dell'intestatario.

Con uno smartphone connesso ad internet il responsabile dell'evento o il gestore del locale potrà inquadrare il QR Code mostrato dal cliente e controllare che sia valido. Al momento del controllo all'accesso l'app mostrerà, se il green pass è valido, una spunta verde, con nome e cognome della persona e la data di nascita. L'app sarà quindi in grado di rilevare anche se il green pass non è valido, perché falso, o non ancora attivato, o scaduto, o ancora perché in quel momento non sono ancora passati 15 giorni dalla somministrazione della prima dose di vaccino.

Nel caso in cui il verificatore notasse palesi incongruenze di dati può richiedere un documento di identità, ma non è obbligato a farlo in tutti i casi.

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