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A piedi sul Mottarone da un lago all'altro per "allontanare le montagne"

Un trekking di due giorni sulla cima che divide il Lago Maggiore dal Lago d'Orta per promuovere un turismo alpino "più lento" e riscoprire con un nuovo approccio un territorio che può ancora essere selvaggio

Un trekking di due giorni sul Mottarone per imparare ad "allontanare le montagne". E' l'iniziativa organizzata dal collettivo "Ci sarà un bel clima" per il fine settimana del 18 e 19 giuno: una camminata di due giorni dal Lago Maggiore al Lago d’Orta per promuovere un avvicinamento alla montagna più lento.

L'obiettivo dell'iniziativa, come spiega a NovaraToday Giovanni Montagnani di "Ci sarà un bel clima", è proprio quello di proporre un nuovo approccio ai territori alpini, cercando di raggiungerli e riscoprirli partendo da più lontano, allontanando quindi da noi la meta finale, arrivando in vetta in maniera più lenta e non parcheggiando l'auto a pochi metri dalla cima o dal luogo che vogliamo vedere e visitare.

"L'idea parte proprio dal concetto di allontanare le montagne - spiega Giovanni Montagnani -. La visione della montagna che ci viene proposta di solito è quella di un luogo di svago, dove passare esperienze entusiasmanti, adatto ad un pubblico il più ampio possibile. Per fare questo si cerca di avvicinare a noi la montagna con infrastrutture (strade, parcheggi, impianti di risalita), che vanno però a snaturare il valore, la preziosità, del luogo stesso. Con l'approccio opposto, andare a cercare un'esperienza in montagna allontanandosi dalla montagna, raggiungendola sfruttando il meno possibile impianti di risalita e mezzi privati, il dialogo con l’ambiente prende il posto della smania di conquistarlo e le cime vengono riportate alla loro distanza naturale".

Un approccio alternativo a quello del "turismo esperenziale" a cui siamo abituati, "che è l'esatto opposto - prosegue Montagnani - di andare a conoscere un luogo. Il nostro obiettivo è quello di cercare di promuovere una dimensione estremamente più locale del turismo alpino, che ci permetta di scoprire e conoscere davvero un posto: raggiungere cime minori e meno blasonate, mete meno turistiche, che hanno un impatto sull'ambiente più ridotto perchè più lontane dalle infrastrutture".

E "allontanare le montagne" non significa abbandonarle, spopolarle, ma piuttosto promuovere un nuovo tipo di turismo, non di massa, che punti a creare un dialogo e un rapporto vero con il territorio attraversato: "quella attuale è una dimensione turistica che ha uno scarso valore aggiunto: non è ampliando l'infrastruttura che si crea un rapporto con il territorio, ma puntando sulla valorizzazione culturale dell'esperienza e dei luoghi. Un approccio più sostenibile e più interessante anche per le persone".

La scelta del Mottarone, come meta per questo trekking più lento e consapevole, poi non è casuale: "proporre in un momento di difficoltà del territorio una visione conoscitiva lenta e sostenibile di questa montagna ci sembra anche un modo per fare del bene a un territorio che è stato toccato da una enorme tragedia, valorizzando quelle che sono le alternative che vanno preservate, andando a toccare quei luoghi che possono essere raggiunti solo camminando un po' di più, che sono più lontani dai parcheggi e dall'arrivo degli impianti di risalita. L'idea di questa traversata è anche un po' provocatoria, contro il progetto di collegamento tra Stresa e Omegna tramite la cima del Mottarone".

La partenza della due giorni di trekking sul Mottarone è alle 9,30 dalla stazione ferroviaria di Baveno: si salirà poi fino all'Alpe Nuovo, dove si dormirà. Il giorno seguente si scenderà verso Omegna, con tappa a pranzo all'Alpe Mastrolino. Il costo del fine settimana è di 25 euro, che saranno utilizzati per pagare l'affitto della baita dell'Alpe Nuovo, la cena del sabato e il pranzo e la colazione della domenica. Per partecipare è necessario prenotare mandando una mail a info@unbelclima.it, specificando il numero dei partecipanti, se si ha una tenda, se si hanno allergie alimentari o necessità particolari.

Il collettivo "Ci sarà un bel clima" nasce a settembre 2020 da un'iniziativa di confronto e incontro sulla crisi ambientale promossa dal collettivo di ricerca e divulgazione Crowdforest. L’obiettivo di "Ci sarà un bel clima" è tessere una rete che unisca tutti i comparti della società civile, per rafforzare le azioni, individuali e comuni, e innescare una trasformazione verso una reale giustizia ambientale e sociale.

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