Ahmadreza Djalali potrebbe essere giustiziato entro il 21 maggio
Il ricercatore detenuto in Iran da 6 anni potrebbe essere impiccato entro pochi giorni
Sono momenti di apprensione per la sorte, sempre più incerta, di Ahmadreza Djalali, il ricercatore che ha lavorato a Novara e che da 6 anni è detenuto in Iraq.
"Apprendiamo dall’agenzia iraniana Isna, ripresa da alcune testate, che la sentenza di morte per il nostro ex ricercatore Ahmadreza Djalali potrebbe essere eseguita il 21 maggio - fanno sapere gli amici e colleghi di Ahmadreza, che hanno lavorato con lui all'università di Novara -. Sgomenti per il ritorno di questo incubo, rafforziamo tutte le iniziative, mai abbandonate, per chiedere con forza la liberazione di Ahmad. Il rettore Gian Carlo Avanzi sta risollecitando tutti i canali istituzionali per dare nuova linfa alla rete di solidarietà".
La condanna a morte del medico doveva essere eseguita alla fine del 2020, ma l'esecuzione è stata rimandata. Il ricercatore iraniano-svedese è accusato di essere una spia del Mossad ed è stato arrestato sei anni fa mentre si trovava a Teheran per una serie di conferenze. Per la condanna a morte "il tribunale si è basato su “confessioni estorte con la tortura quando Djalali, arrestato nell’aprile 2016, era in isolamento senza avere accesso a un avvocato" spiega Amnesty International.